martedì 10 marzo 2015

CONSIGLIO – Dove sei stanotte di Alessandro Robecchi (Sellerio Editore Palermo)



«Un noir veloce e scanzonato, con Sua Maestà Bob Dylan come ospite d’onore e il grande Scerbanenco come nume tutelare». Antonio D’Orrico
Nella capitale morale d’Italia (ma sarà vero?) stanno per accadere grandi cose. Si abbatteranno sulla città con la violenza di un maremoto, e niente sarà più lo stesso. Una è il Salone del Mobile, ed è già in corso. E Carlo Monterossi, il fortunato autore televisivo di Crazy Love, forse influenzato dalla mondanità legata all’evento, ha deciso di organizzare un party a casa sua, con la scusa di festeggiare il suo compleanno. Tra gente che conosce, gente che non ha mai visto, amici, amici di amici, gente di passaggio, imbucati, colleghi, amici dei colleghi, architetti, architetti di sinistra, gente che trova Milano «così stimolante quando c’è il Salone del Mobile», arriva a sorpresa un ospite inatteso, che farà una brutta fine. E non sarà l’unico, perché a quel punto il Monterossi, «l’Uomo che Invecchia», sarà costretto a diventare «l’Uomo Clandestino», e a sparire nel nulla, o meglio in un mondo nuovo che gli riserverà parecchie sorprese: la libera repubblica del Corvetto, un apostrofo multietnico tra le parole «Milano» e «Rogoredo». Qui sembra che le capitali del Centro e Sud America abbiano colonizzato l’austera metropoli meneghina, e tra gang di strada, anziani saggi che bevono rum e giocano a scacchi, bellezze ambrate e mozzafiato, si lotta per sopravvivere, i lavori non esistono, i permessi di soggiorno non arrivano mai, la povertà è una coltre densa che soffoca ogni spiraglio. Per Monterossi, quartieri bene e domestica moldava, è uno shock. Ma forse è anche l’occasione per rifarsi una vita… E poi c’è quell’altra cosa, sembra che non si parli d’altro, non c’è tassista che non faccia la domanda appena si sale in macchina. «È qui per l’Expo, dottore?». Perché aspettano tutti l’arrivo dell’orda, quei venti milioni di visitatori che non si vedono da nessuna parte. Li aspettano tutti tranne Monterossi. Lui, «l’Uomo di Ghiaccio», ha ben altro a cui pensare.

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