Tra La strada di
McCarthy e l’immaginario di Stephen King, un debutto acclamatissimo negli Stati
Uniti, la cui sottile e persistente inquietudine resterà con voi molto, molto a
lungo. Là fuori, in un mondo dove nessuna certezza è più tale, c’è qualcosa di
terrificante. Qualcosa che non deve essere visto. Chi è così folle da tenere
gli occhi aperti, va incontro a un destino spaventoso. Cinque anni dopo i primi
episodi di terrore, pochi sono rimasti a popolare la terra. Vivono bendati, in
una cecità autoimposta che li confina in un’oscurità perenne, in case buie e
polverose con porte e finestre sprangate. Nessuno di loro ricorda di che colore
è il cielo, com’è fatta una nuvola, quanto può abbagliare la luce del sole.
Come Malorie che, rimasta sola con i suoi due bambini, ha soltanto una
speranza: attraversare il fiume, bendata, e raggiungere un luogo dove alcuni
uomini stanno combattendo contro quel male senza nome. Ha aspettato quattro
anni perché sa che il fiume, a un certo punto del percorso, si divide in
quattro rivoli. E, per scegliere quello giusto, Malorie dovrà fare qualcosa che
non fa da anni: aprire gli occhi. E sfidare la sua stessa mente per non cedere
alla follia.
giovedì 30 aprile 2015
mercoledì 29 aprile 2015
CONSIGLIO - Il detective cieco di Ernest Bramah (Castelvecchi)
Max Carrados è un
detective decisamente singolare: rimasto cieco in seguito a un incidente a
cavallo, ha dedicato la sua vita a sviluppare i quattro sensi che gli rimangono
e a tenere in allenamento le sue straordinarie doti speculative. Le
sconcertanti capacità dell'investigatore - come leggere il giornale facendo
scorrere le dita sull'inchiostro o indovinare i sentimenti di una persona dalla
sua andatura - sfiorano i confini del soprannaturale, e le sue avventure a
fianco dell'amico Louis Carlyle, ex procuratore caduto in disgrazia, brillano
tanto per l'ingegno narrativo che per l'effervescenza dei dialoghi. Scritte tra
il 1914 e il 1934 dall'eccentrico Ernest Bramah, le storie di Max Carrados sono
un classico atipico della narrativa poliziesca, un geniale cocktail di suspense
e ironia di cui questo libro raccoglie gli esordi.
martedì 28 aprile 2015
lunedì 27 aprile 2015
CONSIGLIO - Finché sarò tua figlia di Elizabeth Little (Garzanti Libri)
Il cielo è immenso
sopra di lei ed è così blu da fare male. Janie stringe gli occhi per non
rimanere accecata. Non è più abituata a tutta quella luce. Janie ha ventotto
anni, ma gli ultimi dieci li ha trascorsi in prigione, in cella di isolamento.
Proprio lei, ragazza bella e ricca di Beverly Hills, viziata reginetta del
liceo. Accusata di aver ucciso sua madre Marion, una donna esigente con cui non
aveva un bel rapporto. Perché Janie era un'adolescente ribelle e contestatrice
e sua madre non faceva nulla per nascondere la delusione di non avere la figlia
perfetta. Tutte le prove erano contro di lei. Dopo l'ennesima notte di
baldoria, era stata trovata priva di sensi accanto al cadavere della madre. Le
mani sporche di sangue e le sue impronte dappertutto. Incapace di raccontare
cosa fosse successo. Ma Janie ha sempre creduto di essere innocente. Ricorda
poco della notte dell'omicidio, lo shock le ha confuso la mente, ma sa di aver
sentito sua madre avere un alterco con uno sconosciuto e rammenta un nome,
Adeline. E adesso che il suo avvocato è riuscito a farla uscire di prigione,
Janie non ha dubbi. Deve dimostrare, soprattutto a sé stessa, di non essere
colpevole. Deve diventare la figlia che Marion ha sempre sognato. Adeline è una
città dell'Illinois. E lì che Janie deve andare se vuole capire la verità. Una
città piccola e sperduta in mezzo alla campagna. Una comunità chiusa che guarda
con sospetto e ostilità la nuova arrivata. E che nasconde tutte le risposte che
Janie cerca...
domenica 26 aprile 2015
sabato 25 aprile 2015
venerdì 24 aprile 2015
CONSIGLIO - La verità del giudice meschino di Mimmo Gangemi (Garzanti Libri)
La pioggia battente
scende rumorosa, mentre il cadavere di un uomo giace con la testa all'ingiù in
una fossa sul litorale calabrese. È Marco Morello, figlio di un noto
capobastone della zona. Tutti sono convinti che sia un delitto di mafia, una
resa di conti. Tutti tranne Alberto Lenzi. Il "giudice meschino"
preferirebbe continuare a tormentare il nuovo tirocinante e a flirtare con le
colleghe, ma il caso gli è stato affidato e la pista mafiosa non lo convince.
Lui sa chi può dirgli come stanno le cose, anche se questo significa uscire
dalle indagini ufficiali: don Mico Rota, capobastone a mezzo tra onorata
società e 'ndrangheta e suo miglior nemico. L'uomo si mostra ugualmente
scettico. Quando un altro cadavere viene trovato, le indagini subiscono una brusca
accelerazione. Si tratta di un poliziotto che tutti credevano corrotto e
colluso con la 'ndrangheta. I giochi sembrano fatti, tanto più che gli omicidi
paiono legati a un rituale simbolico delle cosche malavitose. Eppure a Lenzi
qualcosa non quadra ancora. Brancolare nel buio per seguire una propria
intuizione non è mai una bella sensazione per un magistrato, ma il fato a volte
arriva ad aiutare i più audaci. Una telefonata anonima getta una luce nuova sul
caso. Una svolta inquietante, sordida, losca. Una svolta che pare quasi
impossibile. Ora quello che manca è solo il movente, il "sangue" che
don Mico dice a Lenzi di cercare...
giovedì 23 aprile 2015
CONSIGLIO - Caro signor M. di Herman Koch (Neri Pozza)
Il signor M. è uno scrittore
che può al massimo produrre libri non privi di meriti, come si suole dire degli
autori mediocri. Ha una moglie giovane e avvenente che indossa scarpe da
ginnastica bianche, magliette bianche e jeans, e al cui cospetto lui appare
cosi avanti negli anni, rigido e legnoso com'è. Il signor M. probabilmente non
si cura più di tanto del suo corpo, che però, con tutte le sue pieghe e le sue
rughe, annuncia già il prossimo futuro in cui cesserà di esistere. Ha scritto
un libro di grande successo, "Resa dei conti", l'unico suo basato su
fatti realmente accaduti, ma ignora che, proprio in virtù di quell'opera, è
spiato, osservato, misurato nei suoi passi, scrutato nei suoi gesti. Non sa che
qualcuno gli rinfrescherà la memoria sugli eventi da lui narrati, cominciando
da quel giorno di molti anni addietro in cui, al seguito di una strana moria di
insegnanti, Jan Landzaat, il professore più amato di tutti al liceo Spinoza,
scomparve. Viso sempre abbronzato e giovanile, Landzaat faceva ridere e
arrossire le ragazze. Innanzi tutto, Laura Domènech che gli si concesse per una
breve, intensa, burrascosa storia, prima di gettarsi tra le braccia del giovane
Herman, suo coetaneo. Quando la ragazza l'abbandonò, Landzaat cercò di
comportarsi come se nulla fosse, ma sul suo viso apparvero i chiari segni del
tracollo. Il colore della pelle passò dal marrone al giallo, gli occhi si
cerchiarono di rosso e certe mattine, durante la sua ora, l'odore di alcol
arrivava fino alle ultime file di banchi...
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