Guantánamo, Abu Ghraib, Bagram: sono nomi sinistri, che evocano
scenari di umiliazioni, vessazioni e sevizie usate nei confronti di detenuti.
Sull'onda di queste e altre analoghe vicende venute alla luce negli ultimi
dieci anni, si è acceso un dibattito che risulta sorprendente per ampiezza e
vigore, ma anche scandaloso per la domanda intorno alla quale ruota: è
legittima e auspicabile la legalizzazione della tortura?
Una questione
scabrosa, che gli autori affrontano in modo diretto, mostrando la necessità
morale e giuridica di una risposta a tale interrogativo. Una risposta che è,
senza eccezioni, negativa. Ripercorrendo la storia e la dottrina della tortura,
e vagliando lucidamente la fitta rete di argomentazioni, principi e teorie
impiegate a sostenerla o a condannarla, gli autori fanno definitivamente il
punto su un tema che a partire dall'età dei Lumi sembrava destinato a restare
bandito una volta per sempre, e che invece è tornato inatteso alla ribalta nel
nostro tempo.