Il
mondo fino a ieri era retto dagli Stati nazionali, che pur esercitando un peso
diverso si intendevano tra loro tramite trattati internazionali. Un lungo processo
di disaggregazione li ha tuttavia investiti e da circa vent'anni essi sono
avvolti in una rete di organizzazioni governative e non governative al punto
che oggi si calcolano circa duemila organismi internazionali cui in qualche
modo bisogna sottostare. Dalla protezione ambientale alla sicurezza del cibo,
dagli standard finanziari alla regolazione antitrust, dalle telecomunicazioni
al riciclaggio non c'è quasi più alcuna attività umana che sfugga ad una
qualche regolamentazione sovrastatale, che tuttavia non è sovraordinata
verticalmente, ma piuttosto interagisce a livello orizzontale, laterale,
diagonale, ora sugli Stati ora su singoli attori. Le politiche globali si
basano su accordi, contratti, cooperazione transnazionale, riconoscimento
reciproco, poteri condivisi: modalità che rendono inutilizzabili le mappe del
potere che abbiamo conosciuto sinora e per le quali necessitiamo di nuovi
riferimenti.
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