martedì 25 febbraio 2014
lunedì 24 febbraio 2014
CONSIGLIO - La mafia non ha vinto, di Salvatore Lupo e Giovanni Fiandaca, Laterza 2014.
Un libro destinato a far discutere quello di Salvatore Lupo e Giovanni
Fiandaca. La mafia non
ha vinto contiene infatti una sorprendente critica del
processo sulla trattativa stato-mafia, sostenendo che si tratti di un processo
‘illegittimo’, che la trattativa fu invece ‘legittima’ e che servì a salvare la
vita dei cittadini italiani, oltre a quella di alcuni esponenti politici.
Nell'esporre questa tesi, lo storico e il giurista ricostruiscono i
fatti di quei convulsi primi anni novanta, spiegando come la mafia si fosse
pericolosamente avviata su una china 'terroristica' e che la tattica stragista
(in cui si iscrivono l'omicidio Lima, le stragi di Capaci e di Via d'Amelio),
se non fosse stata fermata, avrebbe portato ad uno spargimento di sangue
inarrestabile. In quel periodo lo stato, secondo gli autori, non aveva altra
scelta se non quella di 'trattare', se così si può chiamare lo scambio
intrattenuto con i mafiosi, le cui prove per ora si limitano a quelle 334
revoche del 41bis. Si può quindi, scrivono Lupo e Fiandaca, fare appello ad uno
«stato di necessità» che giustifichi una trattativa fatta per il bene dei
cittadini e che, in ogni caso, non costituisce un 'reato' secondo la legge.
È sui capi d'accusa (violenza o minaccia a un corpo politico) del
processo sulla trattativa che si concentra Fiandaca, il quale li definisce un
«espediente giuridico» con l'obiettivo di «colorare indirettamente di
criminosità la stessa trattativa». Sarebbero quindi i pm palermitani a capo del
processo ad essere tacciabili di un «pregiudiziale atteggiamento
criminalizzatore» e di un erronea convinzione che la mafia vinca sempre ed
abbia vinto anche stavolta, nonostante l'incarcerazione di Riina e la fine
delle stragi- una convinzione contraria alla loro opinione ma che gli autori
sono pronti a scommettere, continuerà a prevalere ancora a lungo.
Il paradigma dello «stato di necessità» è legittimamente applicabile
anche in situazioni siffatte e il ricorso ad esso è idoneo a giustificare
eventuali interventi o decisioni extra
legem dello stesso potere esecutivo; ma, beninteso, ad una condizione: cioè
che i bilanciamenti e le scelte di valore sottostanti a tali interventi o
decisioni si uniformino, comunque, al criterio della salvaguardia del bene di
rango prevalente. In questi termini e limiti, l’eventuale scelta
politico-governativa di fare ‘concessioni’ ai mafiosi, in cambio della
cessazione delle stragi, risulterebbe legittima perché giustificata – appunto –
dalla presenza di una situazione necessitante che impone agli organi pubblici
di proteggere la vita dei cittadini: scegliendo, sotto la loro responsabilità
politico-istituzionale, i mezzi in concreto di volta in volta più adeguati a
questo scopo.
Ed è, forse, superfluo precisare che parlare di stato di necessità nel
senso qui proposto non equivale per nulla a evocare la obsoleta categoria della
«ragion di Stato»: nel nostro caso, eventuali deroghe alla legalità formale,
decise a livello governativo, avrebbero infatti come motivazione non già la
tutela di interessi statali da mantenere segreti in obbedienza a una logica di
potere (o di potenza), secondo la tradizione degli arcana imperii; bensì il perseguimento di un fine salvifico secondo
la prospettiva tipica di un istituto come lo stato di necessità, che considera
per l’appunto comunque non punibili le azioni proporzionalmente finalizzate a
contrastare il pericolo incombente di danni gravi alle persone in carne ed
ossa.
Si ha l’impressione che un pregiudiziale atteggiamento
criminalizzatore, motivato da una sorta di incondizionata avversione morale nei
confronti di ogni ipotesi di calcolo costi-benefici, abbia invece precluso ai
pm palermitani di lumeggiare adeguatamente la dimensione prospettica della
divisione dei poteri, con le implicazioni che ne derivano rispetto agli spazi
di liceità giuridica (il giudizio etico-politico è altra cosa) da riconoscere
ad eventuali scelte politiche lato sensu
trattativiste.
[...]
Ma ipotizziamo pure che il presidente Scalfaro, nel perseguire per i
motivi già detti un ammorbidimento del 41 bis, fosse stato davvero al centro di
un informale circuito costituito a vario titolo da Conso, Capriotti, Di Maggio,
Parisi, lo stesso Mori, ecc. – soggetti tutti favorevoli a dare segnali di
distensione allo scopo di arrestare l’escalation stragistica. Ebbene, anche se
così fossero andate le cose, il giudizio sulla liceità dell’operazione
rimarrebbe immutato: se una decisione è infine presa da un ministro competente,
essa è penalmente insindacabile perché rientra – come in questo caso – in uno
spazio di discrezionalità politica. L’assumerla in piena solitudine, o sulla base
di un informale concerto con altri esponenti delle istituzioni, non cambia
molto: la decisione rimane giuridicamente legittima in entrambi i casi. Altra
cosa sono le valutazioni politiche o di opportunità.
Se si riconsidera a questo punto l’orientamento di fondo privilegiato
anche implicitamente dai pubblici ministeri – che li porta a guardare con
sospettosa diffidenza ad ogni iniziativa extragiudiziaria tendente allo scopo
di bloccare le stragi, e ciò pure a costo di rimuovere il principio della divisione
dei poteri –, l’impressione che in definitiva si trae è questa: per la
magistratura inquirente la vera legalità o legittimità non può che essere
ritagliata sul modello di una lotta alla mafia che vede come unica istituzione
competente quella giudiziaria; per cui è da stigmatizzare come interferenza
illecita o inopportuna ogni intervento autonomo di altri poteri istituzionali.
(Giovanni Fiandaca)
domenica 23 febbraio 2014
sabato 22 febbraio 2014
venerdì 21 febbraio 2014
giovedì 20 febbraio 2014
CONSIGLIO - Generazione Ilva di Tonio Attino (Besa editrice)
C’erano i pescatori, i contadini,
i pastori. Poi arrivò l’industria. Sradicò masserie e migliaia di ulivi
sostituendoli con duecento ciminiere e con l’acciaieria più grande d’Europa.
Negli anni Sessanta una città povera del Sud italiano divenne la più ricca di
tutte grazie alla fabbrica dello Stato: l’Italsider. Richiamò americani e
giapponesi, accolse trentamila lavoratori. Fu una rivoluzione. Cinquantadue
anni dopo, Emilio Riva, l’imprenditore cui lo Stato ha consegnato la fabbrica
nel 1995, è accusato dalla magistratura di disastro ambientale. Lo stabilimento
in cui si produce un terzo dell’acciaio italiano è finito sotto sequestro e
l’Ilva – la vecchia Italsider – non è più un sogno: uccide. Taranto è
ripiombata nella disperazione, come se una macchina del tempo l’avesse
riportata indietro di mezzo secolo. Ecco la storia di uno scandalo, di un
fallimento, di una generazione illusa dall’età dell’acciaio. E di un Sud
occupato e sfruttato in cui centinaia di migliaia di persone hanno osservato
senza muovere un dito uno stravolgimento gigantesco. Eppure era tutto
bellissimo. «Sembra di stare ai tropici» sussurrò Walter Tobagi quando, per un
istante, volse la schiena alle ciminiere e guardò il mare.
Tonio Attino, giornalista, ha
lavorato per "Quotidiano di Taranto", Lecce e Brindisi, per "La
Stampa" di Torino, collaborato con diverse testate tra cui la Rai,
"L’Indipendente", "Mf", "Capitale Sud" e ha
insegnato diritto dell’informazione al master di giornalismo dell’università di
Bari. Attualmente lavora al "Corriere del Mezzogiorno".
mercoledì 19 febbraio 2014
CONSIGLIO - IO E L'ILVA, MONOLOGO METALMECCANICO di Giuse ALEMANNO (Lupo editore)
Il mestiere delle parole e il mestiere di acciaio si
incontrano e si scontrano in un ‘Monologo metalmeccanico’ scritto da Giuse
Alemanno, che lavora presso l’Ilva di Taranto, per confermare il suo vigore di
narratore. Tuttavia, le sue parole si ergono sopra gli schemi drammatici e
raggiungono uno straordinario esempio controcorrente di impegno culturale e
civile, ironico, lucido ed emotivo.
Nato a Copertino, 11 febbraio 1962, ha iniziato la sua
carriera con Racconti Lupi (Filo Editore, 1998) seguito da Solitari (Filo
Editore, 2001); Terra Nera - romanzo perfido e paradossale di cafoni e
d'anarchia (Stampa Alternativa, 2005); Le vicende notevoli di Don Fefè, nobile
sciupafemmine e grandissimo figlio di mammaggiusta, e del suo fidato servitore
Ciccillo (I Libri di Icaro, 2009); con Fulvio Colucci Invisibili – vivere e
morire all'Ilva di Taranto (Kurumuny, 2011). È stato vice-direttore de "La
Voce del Popolo".
Ha ricevuto numerosi premi per il suo lavoro di scrittore.
martedì 18 febbraio 2014
CONSIGLIO - INVISIBILI VIVERE E MORIRE ALL'ILVA DI TARANTO DI FULVIO COLUCCI E GIUSE ALEMANNO (KURUMUNY EDIZIONI)
Non molto tempo fa gli operai dell’allora ITALSIDER
vennero chiamati metalmezzadri. Era la generazione dei Cipputi, dei sindacati e
degli scioperi che paralizzavano la produzione, della terra o del mare da
coltivare, dopo il turno. L’ITALSIDER non c’è più. C’è l’ILVA. Una nuova
fabbrica con un nuovo nome e nuove regole, ma soprattutto una nuova
generazione. Una generazione che sogna la grossa vincita al gratta e vinci o al
massimo la divisa da carabiniere. Per i nuovi operai dell’ILVA, divisi in
normalisti e turnisti, il sindacato è lontano; al suo posto ci sono i tornei di
calcetto aziendali che favoriscono la comunicazione, ma non troppo. Rimane la
paura di non tornare più a casa e i santi a cui affidarsi, una volta custoditi
nei portafogli ora immagini su cellulari. Le immagini dei santi si affiancano a
quelle delle mogli, dei figli e delle famiglie e di loro è tutto quello che
oltrepassa i tornelli dell’ILVA. La vita scandita dai turni. Tra la fabbrica e
la vita fuori, lo spogliatoio dove si svestono i panni civili e si indossa la
tuta da operai. Perché l’Ilva è anche volti stanchi, epopea di pendolari,
famiglie e figli, doveri e rancori, solidarietà e silenzi, verità e menzogne.
L’Ilva è carne viva, metafora di una condizione universale, piccolo spaccato di
mondo. Una fabbrica non soltanto di acciaio ma di storia e storie. E sullo
sfondo una città lontana assente, dai contorni sfumati come fosse di sabbia, la
stessa sabbia che si indurisce nel naso e lo fa sanguinare. Invisibili di
Fulvio Colucci e Giuse Alemanno è un lavoro a quattro mani che raccoglie e
racconta storie di uomini la cui vita è indissolubilmente legata al lavoro,
sospesa in aria come il braccio di una gru, operai del più grande stabilimento
siderurgico d’Europa, l’Ilva di Taranto. Ma è anche il racconto delle
contraddizioni di una città intera, sparsa su 2600 ettari di cui l’Ilva occupa
1600: facile capire chi comanda e chi dà da mangiare ai tarantini, più
difficile è capire perché accade che dei bambini, come quelli di Taranto, siano
in trincea per una guerra impari contro un nemico subdolo e imprevedibile,
l’inquinamento. Il ricatto occupazionale e il sentirsi colpevoli di lavorare.
Questo è uno dei pregi di Invisibili, la narrazione di un’umanità divisa fra la
necessità e il rifiuto, la psicologia di chi ogni giorno passa quei cancelli
aspettando il momento di uscirne, il malessere di chi sa che non può farne a
meno pur essendone sempre tentato.
Giuse Alemanno - Scrittore, ha vinto numerosi
premi letterari, è stato vicedirettore de «La Voce del Popolo», lavora all’Ilva
di Taranto dal 2001.
Fulvio Colucci - Giornalista, lavora nella
redazione tarantina della «Gazzetta del Mezzogiorno». Nel 1995 ha vinto il
premio "Ilaria Alpi".
lunedì 17 febbraio 2014
domenica 16 febbraio 2014
sabato 15 febbraio 2014
venerdì 14 febbraio 2014
giovedì 13 febbraio 2014
mercoledì 12 febbraio 2014
martedì 11 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
CONSIGLIO - Diritto e bioetica, a cura di Francesca Poggi, Carocci 2014
Il
volume propone al lettore un’ampia panoramica delle questioni di biodiritto,
una disciplina recente in cui si intersecano profili scientifici, giuridici e
morali, e che ha per oggetto lo studio – e la critica – dei modi in cui il
diritto regola le questioni di bioetica. I capitoli vertono sui temi oggi più
discussi, in un percorso ideale che va dall’inizio della vita, con le questioni
legate, ad esempio, alla fecondazione artificiale, fino alla sua fine,
affrontando i problemi relativi all’eutanasia o alla definizione di “morte”.
Ciascun contributo compie un’analisi critica delle normative vigenti in Italia,
anche in chiave comparatistica.
domenica 9 febbraio 2014
sabato 8 febbraio 2014
venerdì 7 febbraio 2014
CONSIGLIO - La detenzione amministrativa degli stranieri. Storia, diritto, politica, di Giuseppe Campesi, Carocci
La
detenzione amministrativa è un'eccezione rispetto al delicato equilibrio tra
potere politico e libertà personale disegnato dalle moderne costituzioni. Solo
per motivi di stringente necessità è consentito al potere esecutivo di
ricorrere a misure restrittive che, nel quadro dello Stato costituzionale di
diritto, sono una prerogativa esclusiva del potere giudiziario. In molti paesi
occidentali la detenzione amministrativa degli stranieri è tuttavia diventata
una pratica di controllo ordinaria che non ha bisogno di essere legittimata da
particolari emergenze. L'abuso dei poteri detentivi nel quadro della politica
migratoria ha sottoposto migranti e richiedenti asilo ad una sistematica
limitazione dei diritti, assoggettandoli a forme di restrizione della libertà
che offrono minori garanzie rispetto a quelle previste dal sistema della
giustizia penale. Il volume analizza il processo attraverso cui si è giunti ad
una normalizzazione della detenzione amministrativa, combinando la prospettiva
della teoria politica, della sociologia e della critica del diritto.
Particolare attenzione è dedicata al caso italiano, discusso alla luce
dell'evoluzione della normativa internazionale ed europea in materia di
migrazioni ed asilo, nonché del dibattito teorico sulla questione del rapporto
tra migrazioni, libertà e sicurezza nelle democrazie occidentali.
giovedì 6 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
martedì 4 febbraio 2014
CONSIGLIO - L’ATTESO MANUALE DI RIFERIMENTO DI RENATO PORTALE - CON TUTTE LE NOVITÀ SULL’IVA. È IN USCITA PER GIUFFRÈ EDITORE
Punto di riferimento indiscusso
per l’aggiornamento e la corretta comprensione di tutte le novità delle nuove disposizioni IVA. Tra le più
importanti: la Web Tax, le 60 sentenze della Corte di Giustizia e le oltre 120
sentenze e ordinanze della Cassazione in
materia di IVA emanate nel 2013, le ultime Circolari - del Dicembre 2013 -
dell’Agenzia delle Entrate e l’approfondimento del Regime dell’Inversione
Contabile.
Milano, 3 Febbraio 2014 – Adottato sin dal 2008 presso la
Commissione Europea per monitorare la legislazione e la prassi interna, il
Manuale IVA di Renato Portale edito anche quest’anno da Giuffrè Editore resta
il più autorevole punto di riferimento, fondamentale per capire tutte le novità
nelle norme sull’IVA e trovare subito soluzioni concrete ai problemi della
pratica. In uscita dal 3 febbraio nelle migliori librerie e su www.fiscopiu.it
anche in formato ebook offre un quadro completo ed esaustivo di tutte le novità
sull’IVA introdotte dalla legge di stabilità (compresa la Web Tax in vigore a
partire dal 1° luglio 2014) insieme alle oltre 180 sentenze emesse nel 2013 da
Corte di Giustizia e Cassazione e le ultime due circolari dell’Agenzia delle
Entrate del 17 e 19 Dicembre 2013 su fotovoltaico e detrazione IVA a seguito di
accertamento dell’Ufficio. Apprezzato da professionisti e consulenti poiché
redatto dal Dr.Renato Portale, riconosciuto come il più autorevole esperto in
materia IVA, inquadra gli argomenti in modo completo, esaustivo ed anche
critico: individua le problematiche e le possibili soluzioni con taglio chiaro
e pratico. Il Manuale garantisce anche, nel corso del 2014, un aggiornamento
continuo: 3 volte sul testo ebook e permanente su Pianeta IVA, la rubrica di
approfondimento settimanale tenuta dal Dr. Renato Portale su www.fiscopiu.it
“Sono soddisfatto del 2° anno di
collaborazione con Giuffrè Editore che, anche grazie alla rubrica Pianeta IVA
su www.fiscopiu.it, mi consente di proseguire il dialogo diretto di
aggiornamento costante con i professionisti e i consulenti del settore” –
afferma il Dr. Renato Portale autore del Manuale IVA 2014.
“Forti del secondo anno
consecutivo di proficua collaborazione con il Dr. Renato Portale, abbiamo
pensato di innovare il prodotto, realizzando, per la prima volta, anche la
versione ebook del Manuale IVA, scaricabile dal nostro sito www.fiscopiu.it per
soddisfare le esigenze di accessibilità online ai contenuti che ci sono giunte
da parte del segmento più giovane dei professionisti fiscali e contabili –
dichiara l’Ing. Antonio Giuffrè, Direttore Generale della casa editrice che
prosegue - in questo modo confermiamo il posizionamento di www.fiscopiu.it come
il nuovo punto di riferimento di commercialisti e responsabili amministrativi
d’azienda, il nucleo fondante di un vero e proprio sistema integrato Giuffrè
che garantisce un’offerta completa e multicanale con sinergie di sistema tra
Web, Banca Dati, Volumi e Formazione sia in aula che in modalità e-learning”.
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