L'ispettore Gunnar
Barbarotti non è più lo stesso. Non è facile concentrarsi sul lavoro quando la
mente è lontana, persa nel dolore di una tragedia personale dopo la quale
sembra impossibile rimettersi in piedi. Forse per riguardo nei suoi confronti,
il commissario Asunander gli affida un cold case, un caso all'apparenza
semplice, vecchio di cinque anni: la sparizione di un uomo che si era
allontanato in moto dalla sua casa di campagna per non farvi più ritorno. Il
suo corpo non è mai stato ritrovato, e l'unica indiziata non ha mai confessato.
Perché i sospetti si sono concentrati tutti su di lei, ovviamente: la
convivente, una donna nota alle cronache come la Squartatrice, che in passato
aveva ucciso e fatto a pezzi il marito violento. Un delitto per cui aveva
pagato con undici anni di prigione. Due uomini scomparsi, a vent'anni di
distanza, legati alla stessa donna: è possibile che dopo aver scontato la sua
pena ed essersi rifatta una vita, la Squartatrice sia tornata alle
"vecchie abitudini", che sia dunque un'assassina seriale? E perché il
commissario Asunander vuole rivangare proprio adesso, alle soglie della
pensione, un caso che sembrerebbe già risolto? Solo per sgombrare la scrivania
dal lavoro inevaso, oppure perché è convinto che a Barbarotti faccia bene
tenersi impegnato? O invece la vecchia volpe è mossa da altri dubbi e da altri
fini...? Incoraggiato dalla collega Eva Backman, che lo sostiene da
un'amorevole e rispettosa distanza, Barbarotti inizia a fare domande...
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