Era una bel pomeriggio
di primavera il giorno in cui Mauro Urbani, carico di catene d'oro e anelli,
per gioco e per scommessa decise di tuffarsi dal Ponte Sant'Angelo. Era
giovane, forte e nulla sembrava potesse succedergli. E quando riemerse
dall'acqua il nome del fiume era diventato il suo: con un misto di rispetto e
ammirazione amici, rivali e conoscenti da lì in poi lo avrebbero chiamato
"Tevere". Ma gli anni sono passati, e a cinquanta ormai compiuti,
Tevere è appena uscito di galera e gli toccano insostenibili lavori socialmente
utili. Finché una sera non riceve la visita di Monya, sua figlia: il tempo di
rifiutare la sua amatriciana perché intanto è diventata vegana e gli annuncia
solenne: "Sono incinta". Ma lei e Mattia, il suo fidanzato, sono
ancora all'università. Hanno bisogno di un aiuto economico. Dopo tutti i
pasticci della sua vita, è ora che suo padre faccia qualcosa per lei. A Tevere
non resta che prometterglielo: ci penserà lui. Dopo la promessa però sorge il
problema: che fare? La soluzione è una sola, rimettere in piedi l'antica banda.
Comincia così il giro di reclutamento, partendo dai due amici più antichi e
fidati: Peppe Loria detto "il Fachiro", due metri di muscoli e
violenza, un cervello non proprio affilato ma, sotto sotto, un cuore d'oro. E
Mario "Bombay", barista a tempo perso, con il sogno di aprirsi un
chioschetto su una spiaggia di Ibiza. I due ci stanno subito, la banda è
ricostituita. Ma c'è il secondo intoppo, manca un piano...
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